@ Paul Bratter
“Le donne che arrivano al potere molto spesso si comportano da maschi e peggio dei maschi, ragionano da maschi si dimenticano di essere donne e dimenticano e maltrattano volentieri le altre donne”. Mica tutte! Nei miei quasi otto anni di vita lavorativa, ho avuto capi viscidi e maschilisti, capi giusti e competenti, cape tiranne, cape in gamba e molto umane e sensibili.
Quello che io mi auspico non e’ di avere piu’ donne (generiche) al comando ma piu’ MADRI DI FAMIGLIA (nota: non e’ un’aspirazione che favorirebbe me nello specifico, perche’ io sto sistematicamente sviando, per me stessa, le posizioni di potere – ho un PESSIMO rapporto con l’autorita’, salvo poche clamorose eccezioni – eppoi io non sono una madre di famiglia). Perche’? Perche’ una donna che ha figli e lavora sa quanto e’ dura farsi strada in modo corretto e senza togliere tempo agli affetti ed e’ piu’ propensa a tutelare il “life-work” balance dei suoi dipendenti (ma in italia se ne parla di equilibrio vita privata-lavoro nelle aziende? In UK e Irlanda si fanno un sacco di seminari aziendali, ma da noi non mi sembra di averne mai sentito parlare…). Quando, per curiosita’, mi metto a fare ricerche sulle (poche) donne che sono ai vertici in politica e azienda in Italia e’ un proliferare di figlie/mogli/amanti di o di persone che non hanno figli/fanno figli tardissimo. E’ una tristezza. Se una siede su una bella poltrona del potere di fantozziana pelle umana perche’ e’ stata raccomandata, poi e’ chiaro che non empatizza con noialtre salariate senza santi in paradiso (ne’ coi salariati maschi, peraltro): non ha mai veramente dovuto impegnarsi e fare i salti mortali per tenere in piedi tutto (seconda nota, il cercare di portare avanti decentemente piu’ cose nella vita, in inglese si dice Juggling, ovvero “fare il giocoliere”. secondo me rende benissimo l’idea)